Eric Berne (1910-1970) era uno psichiatra canadese trasferitosi
negli USA. La sua formazione era psicoanalitica, anche se a causa
delle
sue idee innovative finì per non essere accettato nella Società
Psicoanalitica. Nacque così una nuova scuola di derivazione
psicodinamica che si arricchì degli spunti interessanti di altre
correnti e discipline scientifiche dell'epoca: l'Analisi Transazionale
(AT). Lo spirito innovatore di Berne è rimasto una caratteristica dei
suoi allievi che hanno continuato ad ampliare il corpus teorico ed
applicativo dell'AT, sviluppando le sue idee originarie ma anche
integrandole con nuove idee e nuove scoperte in campo psicologico.
Berne desiderava che l'AT fosse accessibile a tutti: per questo
scelse di utilizzare un linguaggio molto semplice per descrivere il
proprio pensiero, che invece era complesso e profondo. Egli invitava a
dire le cose
con un linguaggio comprensibile ad un bambino di otto anni e riteneva
che se una cosa non poteva essere detta in modo semplice, allora non
valeva la pena di dirla.
L'AT, che è "una teoria della personalità e una psicoterapia
sistematica ai fini della crescita e del cambiamento della persona" (definizione dell'Associazione
Internazionale di AT), ma è anche una teoria dello sviluppo
infantile, della comunicazione e della psicopatologia, si fonda su una
concezione filosofica dell'uomo molto positiva che può essere
sintetizzata in questi tre punti:
Questi principi si traducono poi praticamente nel metodo contrattuale dell'AT, che cioè si basa sul fatto che entrambi i soggetti della relazione terapeutica partecipano attivamente e congiuntamente per raggiungere il cambiamento che il cliente si propone di ottenere.
Secondo l'AT, nell'infanzia ciascuno di noi, sulla base delle
proprie esperienze, dei messaggi dei propri genitori e delle proprie
opinioni, ha deciso la storia della propria vita (il copione),
condizionando
la propria
esistenza, il proprio benessere e le proprie relazioni. Come tutte le
storie, anche la nostra storia ha i suoi eroi e le sue eroine, ma
anche
i suoi cattivi, i
protagonisti e le comparse, ha il sua tema principale e i suoi
intrecci
secondari. Può essere comica, tragica, mozzafiato o banale. Nel
momento
in cui abbiamo deciso un copione per noi, però, abbiamo interrotto il
nostro
naturale sviluppo di principi e principesse ed è stato un po' come
trasformarci tutti in ranocchi. Ecco, Berne sosteneva che il compito
della terapia non fosse far fare progressi, ma guarire: "far
fare
progressi significa far stare meglio i ranocchi, mentre guarire
significa togliersi la pelle del ranocchio ed intraprendere
nuovamente
lo sviluppo interrotto del principe o della principessa".
Dott.ssa Daniela DANOVARO - Psicologa Psicoterapeuta PhD (Ordine Psicologi della Liguria n. 1892) Via Palestro, 2/1b - 16122 GENOVA - tel +39 339 4737275 mail: psico@danieladanovaro.it